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Le Barriere Coralline stanno scomparendo

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Stando a Status of Coral Reefs of the World, quando l’aumento della temperatura globale raggiungerà i 1,5 gradi Celsius, tra il 70% e il 90% delle barriere coralline del mondo scompariranno.

Le barriere coralline stanno scomparendo. Questo ciò che ha annunciato il Global Coral Reef Monitoring Network (Gcrmn) alla fine del 2021. Per via del costante aumento delle temperature delle acque degli oceani, dal 2009 al 2018, abbiamo perso circa il 14% per dei coralli. In tutto il mondo sono state coinvolte le barriere coralline di paradisi come il Mar dei Caraibi, il Mar Rosso e il Golfo di Aden. La superficie persa in totale è di circa 11.700 chilometri quadrati, pari alla dimensione dell’intera barriera corallina australiana. L’effetto visivamente più d’impatto è lo sbiancamento dei coralli, cioè l’espulsione delle alghe dovuto allo stress. In condizioni ottimali queste ultime permetterebbero ai coralli di catturare la luce solare e quindi colorarsi delle loro caratteristiche tonalità variopinte. Nei prossimi anni ci sarà un aumento esponenziale delle perdite: l’Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change) del 2018 ha stimato che quando il pianeta raggiungerà la soglia limite di 1,5° C di aumento della temperatura, le perdite saranno tra il 70 e il 90%.

Piccolo habitat, grande importanza

Attualmente, le barriere coralline costituiscono habitat sullo 0,2% del pianeta, ma questo piccolo e limitato spazio è sufficiente a fornire cibo e una casa al 25% delle specie marine esistenti. Inoltre sono fondamentali fonti di cibo, turismo e reddito in più di 100 paesi diversi del mondo. Circa 6 milioni di tonnellate di pesce provengono dalle barriere coralline che, se ben gestite e curate, possono produrre 15 milioni di tonnellate di frutti di mare per chilometro quadrato annui. La loro presenza ha la capacità di depotenziare il moto ondoso facendo perdere alle onde fino al 97% di energia. Le città lungo le coste protette da barriere coralline sono meno colpite da eventi estremi legati alla potenza del mare.

Un problema che coinvolge il mondo intero e che va avanti da decenni

Secondo le analisi effettuate dal Gcrmn, dal 1998 questi ecosistemi sono nuovamente in crisi dopo ben 20 anni di stabilità. Dal 1978 sono state fatte più di 2 milioni di rilevazioni in almeno 1200 luoghi diversi che hanno coinvolto ben 73 nazioni. Tutte hanno portato ad una nefasta conclusione: un aumento della temperatura dei mari di circa mezzo grado ha portato alla scomparsa di circa l’8% dei coralli viventi. Nell’anno 2010 l’emergenza sembrava essersi placata, la temperatura dell’acqua aveva ripreso ad abbassarsi gradualmente, nuovi coralli avevano preso il posto di quelli morti. Tuttavia, le nuove formazioni coralline si presentavano molto più sensibili alle malattie, nonché più fragili e suscettibili agli eventi avversi.

Equilibri in mutamento

All’inizio degli anni 2000 i coralli duri costituivano circa il 30% dell’ecosistema delle barriere, mentre il tappeto vegetale sotto di essi lo componeva per il 15%, con un rapporto di 2 a 1, nell’anno 2009 era sceso a 1,5 a 1. Il progressivo aumento delle microalghe espulse ora al 20%, dimostra il cattivo stato di salute dei coralli. Il Pacifico è quello che ha subito i danni più ingenti, dove vive un quarto della popolazione corallina mondiale.

Nel mar Rosso le cose non vanno però meglio. Sebbene le barriere di quella zona siano più tolleranti al calore, sono in balia dell’inquinamento dovuto alle scorie fognarie, industriali e agricole, nonché dall’intenso traffico navale della zona. Ennesimo fattore stressante è l’attività turistica intensa. Circa 13 milioni di visitatori annui contribuiscono allo sbiancamento della barriera corallina per il loro uso delle creme solari. Le nanoparticelle di ossido di zinco contenute nelle creme ostacolano lo scambio d’acqua che avviene tra corallo e alghe a basse profondità; quando gli amanti dello snorkeling nuotano la crema che “perdono” può influenzare i coralli. Gli oceani Pacifico, Indiano, Atlantico ed il mare nel Golfo del Messico hanno fatto registrare lo stesso fenomeno.

Non solo brutte notizie per le barriere coralline

Non solo cattive notizie per fortuna: il triangolo dell’Asia Orientale si è dimostrato in espansione. Composto da più di 600 specie diverse di coralli, è casa di un terzo della popolazione corallina del mondo ed è l’unica barriera ad oggi più estesa di quanto non fosse negli anni Ottanta. Si pensa che questo risultato sia dovuto alla grande diversità di cui è composta e che questo abbia fornito una certa protezione dal riscaldamento delle acque. Tutto ciò, unito ad una popolazione sana di pesci e ricci erbivori, ha tenuto efficacemente a bada le alghe. Purtroppo è un caso unico al mondo ed il piccolo aumento della popolazione corallina registrato nel 2019 non sono abbastanza per rimpiazzare le perdite subite negli anni precedenti.

Diversi studi recenti hanno provato a coltivare e restaurare i coralli in appositi vivai, ma è un’operazione lunga e molto costosa, con risultati purtroppo limitati. Di contro un aumento del clima di 2 gradi Celsius riuscirebbe a distruggere il 99% di questi ecosistemi marini in pochissimo tempo.

Avete mai avuto la possibilità di vedere coi vostri occhi questi splendidi habitat così belli e così a rischio? Sapevate della loro vulnerabilità? Fatecelo sapere nei commenti!

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