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Esistono molti tipi diversi di plastica, ognuno con il proprio simbolo di riconoscimento. Tu li sai conoscere e sai dove gettarli una volta finito il loro uso?
Gli imballaggi di plastica possono sembrare tutti uguali, ma in realtà sono molto diversi tra loro. Che siano destinati per uso alimentare oppure no, c’è una moltitudine di materiali, tutti genericamente etichettati come ‘plastici’. Sostanzialmente però, sono molto diversi: ognuno ha diverse proprietà di utilizzo e smaltimento, che sono indicate con simboli di un codice preciso.
Sicuramente li hai già visti su bottiglie di shampoo, sui sacchetti della spesa o sulle bottiglie dell’acqua. Ti sarai magari chiesto per qualche secondo il loro significato e poi sarai andato avanti con le tue faccende. In questo articolo spiegheremo come leggere i simboli e quale destinazione attende la plastica che contrassegnano.
Gli elementi fondamentali sono 2:
- Il simbolo esagonale. Simbolo che si trova sugli imballaggi e i contenitori per i liquidi, bottiglie, barattoli, vasi, scatole o qualsiasi altro involucro sigillato.
- Il simbolo triangolare. Composto da 3 frecce che si inseguono, indica che la plastica può essere riciclata. Presenti su molti degli imballaggi in plastica, con un numero o una sigla indicante il materiale impiegato. Questi simboli facilitano la raccolta differenziata ed il riciclaggio.
Ogni tipo di plastica ha sigle e numeri specifici usati in abbinamento ai 2 simboli.
Imballo con numero 1
Gli imballi che recano il numero 1 sono composti di PET o POLIETILENTEREFTALATO. Generalmente sono destinati a fini alimentari, ma anche per palloni sonda, tessuti e bicchieri. Il PET è un materiale molto leggero (una bottiglia da 1,5 litri pesa appena 40 gr), infrangibile e data la sua composizione chimica è riciclabile al 100% e in misura virtualmente illimitata, tuttavia è un tipo di plastica molto soggetto alle contaminazioni batteriche.
Il PET è indicato con simbolo recante la sua sigla all’interno di un cerchio o di un esagono, spesso insieme al simbolo triangolare del riciclo. A volte si indica con la variante che ha al suo interno il numero 1, con o senza sigla.
Imballo con numero 2 o 4
I numeri 2 e 4 indicano il PE o POLIETILENE, una resina termoplastica che si ottiene dalla polimerizzazione dell’etilene.
Quando il produttore indica se si tratta di PE ad alta densità (HDPE, PE-HD) o a bassa densità (LDPE, PE-LD), sarà indicato con il numero 2 o 4 a seconda che sia del primo o del secondo tipo. I numeri sono segnati all’interno del simbolo triangolare del riciclo o all’interno del simbolo circolare.
A seconda della lavorazione, il PE può essere usato per contenitori per detergenti, nastri adesivi, fogli e film, bottiglie, tubi, giocattoli, contenitori di yogurt, sacchetti (per la spesa, per l’immondizia e per surgelare i cibi), e molti altri ancora.
Come per il PET, anche il PE può essere riciclato nuovamente in PE.
Imballo con numero 3
Con il numero 3 si indica il PVC, cioè è il POLIVINILCLORURO, un’altra plastica della famiglia delle termoplastiche. A differenza dei tipi precedenti, il PVC ha una consistenza più gommosa. Si usa per produrre bottiglie, tapparelle e tubazioni, materiali per imballaggi, finte pelli, giocattoli, parti di automobili, nastro isolante, fili elettrici, ecc.
Lo si può trovare indicato col numero 3 all’interno del simbolo triangolare del riciclo o all’interno del simbolo circolare. Il PVC è riciclabile al 100% ed il suo riciclo produce molta CO2 in meno rispetto alla produzione di materiale nuovo.
Imballo con numero 5
Il numero 5 si usa per il PP, il POLIPROPILENE o MOPLEN: una termoplastica. Viene usata per creare un grande numero di oggetti, tra cui contenitori, oggetti di arredamento e per la casa, flaconi per detersivi, giocattoli, siringhe, ecc.
Come i precedenti, si può trovare indicato anche con il numero 5 all’interno del simbolo triangolare del riciclo o all’interno del simbolo circolare. Anche il PP è riciclabile al 100%, ma solo un numero limitato di volte, al massimo 3, prima di degradarsi.
Imballo con numero 6
Il numero 6 indica il POLISTIROLO o POLISTIRENE, è indicato con la sigla PS ed è un ulteriore materiale termoplastico. Si tratta di un derivato dal petrolio con aggiunta di pentano. I suoi utilizzi principali sono come isolante nelle costruzioni, e come protezione nell’imballaggio di merci e prodotti. A volte viene anche usato per produrre confezioni per alimenti.
Generalmente è indicato anche con il numero 6 all’ interno del simbolo triangolare del riciclo o all’interno del simbolo circolare.
Il polistirolo è un materiale da imballaggio che viene riciclato in differenti modi. Può essere recuperato per la produzione di nuovi prodotti o trasformato in energia. I ricercatori dell’Iowa State University hanno ottenuto una miscela di biodiesel proprio dal polistirolo.
Imballo con numero 7
I polimeri plastici generici hanno il numero 7 all’interno del simbolo triangolare del riciclo o all’interno del simbolo circolare, con la dicitura “Altri” o la sigla “PI”. Simbolo che significa materiali poliaccoppiati: NON si tratta di plastica in senso stretto, bensì di unioni di materiali diversi non separabili. Ne sono esempi la carta-plastica, la plastica-alluminio, e la carta-alluminio.
Gli impieghi tipici sono i cartoni del latte, dei succhi di frutta, i famosi tetrapack, ma anche la carta dei salumi, del pollo arrosto, la confezione del caffè, alcune bustine per medicine ecc.
Queste sostanze non sono generalmente riciclabili con la plastica, il loro smaltimento solitamente segue regole diverse in base al comune in cui viene effettuata la raccolta. Nel Comune di Roma Capitale, ad esempio, i cartoni del latte che fanno parte di questa categoria vanno riciclati con la carta.
Come e dove vanno riciclati i materiali di plastica con simboli diversi?
I materiali che recano i numeri dall’uno al 6, salvo diversa indicazione, sono tutti riciclabili nella raccolta della plastica. Prima però dovrebbero essere lavati e puliti, in particolare i contenitori che erano usati a scopo alimentare. Residui di cibi, specialmente se molto grassi, possono rendere impossibile il riciclo di certi contenitori.
Un altro accorgimento molto importante è quello di dividere tra loro i materiali quando ci è possibile. Le bottiglie dell’acqua, ad esempio, sono formate da PET, i tappi sono fatti di PE, e le etichette di PP, quindi prima di buttare tutto nel bidone per la raccolta della plastica, sarebbe meglio separare tra loro le singole componenti. Come avevamo già spiegato in questo articolo, inoltre, nonostante la corretta separazione delle plastiche e tutti gli accorgimenti necessari per il loro riciclo, non sempre questo va a buon fine.
Perché, pur trattandosi di plastiche riciclabili, il processo di riciclo di ognuna è differente e non possono essere riciclate assieme.
Come invece avevamo spiegato in questo articolo, le bioplastiche sono differenti con pratiche di smaltimento specifiche.
Perché mi è utile sapere riconoscere i simboli sugli imballaggi di plastica?
Dal primo gennaio 2023, tutti i produttori hanno l’obbligo di adottare l’etichetta ecologica. Ciò significa che sulle confezioni dei prodotti che acquistiamo deve essere specificato dove andranno conferiti quando saranno dei rifiuti. Se l’etichetta mi dice dove dovrò gettare i miei rifiuti, a cosa mi serve sapere di cosa sono fatti o come riconoscerli?
Le etichette possono danneggiarsi e andare perdute, un simbolo impresso e facente parte della confezione resta. Se so come interpretare il simbolo, allora so anche dove posso riciclare il materiale sul quale il simbolo è posto.