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Giardini Zoologici: prigioni o santuari?

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I moderni giardini zoologici sono l’evoluzione degli zoo, ma sono molto più che semplici luoghi dove gli animali sono esposti per visitatori paganti.

Gli zoo, ed anche gli acquari, erano nati come esposizioni di animali esotici, la cui funzione era perlopiù una dimostrazione di prestigio, nulla a che vedere con gli odierni giardini zoologici. Gli animali erano tenuti in semplici gabbie, senza alcun riguardo nel ricreare il loro habitat o nel dar loro una dieta bilanciata.

Verso la metà del ventesimo secolo, si è iniziato a mettere in discussione l’adeguatezza delle condizioni in cui erano tenuti gli animali. I movimenti per i diritti degli animali e le nuove scoperte sull’etologia (lo studio del comportamento animale) hanno evidenziato come gli spazi ristretti e l’assenza di stimoli provocassero stress e comportamenti anormali negli animali.

Il cambiamento di mentalità nel pubblico ha spinto molti zoo e acquari ad aggiornare le proprie strutture e pratiche. Gabbie di cemento e sbarre hanno lasciato il posto a recinti ampi e naturalistici, volti a replicare gli habitat delle varie parti del mondo. La funzione dei giardini zoologici è cambiata dalla semplice esposizione all’arricchimento ambientale, con l’introduzione di adeguati stimoli fisici e mentali per gli animali.

In questo modo sono nati i moderni giardini zoologici, bio-parchi e acquari. Naturalmente, il cambiamento è avvenuto seguendo criteri scientifici e nuove leggi sono state emanate sull’argomento.

L’importanza delle leggi a regolamentazione di giardini zoologici e acquari

Il cambiamento non è si verificato automaticamente in tutto il mondo, e allo stesso modo. Le leggi e le direttive sono state fondamentali per consolidare e accelerare questa trasformazione. Sono stati imposti standard minimi di benessere animale e sono state favorite le attività di conservazione delle specie.

Un esempio importante per l’Europa è la Direttiva 1999/22/CE del Consiglio Europeo, relativa alla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici. Questa direttiva, recepita dalle legislazioni nazionali dei paesi membri (in Italia con il Decreto Legislativo 21 marzo 2005, n. 73), impone di licenziare o autorizzare gli zoo secondo il rispetto di requisiti di benessere animale, promozione della conservazione ed educazione del pubblico.

Il benessere animale non è solo una buona salute fisica, ma il vivere in un ambiente adatto alle esigenze biologiche e di conservazione delle singole specie. Queste sono le necessità spaziali, sociali e di arricchimento. Inoltre devono essere garantite le cure veterinarie adeguate e una dieta bilanciata.

La conservazione si riferisce alla partecipazione a programmi di conservazione ex situ (fuori dall’habitat naturale), come la riproduzione in cattività, la ricerca scientifica e la riabilitazione di animali feriti.

Per svolgere una funzione educativa del pubblico gli zoo devono sensibilizzare i visitatori alla conservazione della biodiversità. Per fare ciò è necessario informare le persone sul ruolo che svolgono nella protezione delle specie che ospitano, spesso con eventi e l’aiuto di esperti etologi e zoologi.

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Associazioni professionali e Garanzie

Oltre alle leggi, esistono diverse associazioni professionali internazionali, come la WAZA (World Association of Zoos and Aquariums) e la EAZA (European Association of Zoos and Aquaria). Pur non trattandosi di organismi legislativi, queste associazioni stabiliscono tramite il metodo scientifico, standard elevati di cura degli animali, conservazione e gestione. Le strutture che vogliono ottenere il riconoscimento da queste associazioni internazionali devono superare rigorose ispezioni a dimostrazione del rispetto delle pratiche migliori. L’accreditamento non conferisce solo prestigio, ma permette anche di  partecipare a importanti programmi di conservazione coordinati, come gli EEP.

Buona gestione di un giardino zoologico

Uno zoo/acquario moderno non è solo un insieme di strutture progettate accuratamente, si tratta di un’organizzazione complessa. Un giardino zoologico impiega professionisti qualificati, esperti in discipline diverse. Il personale deve dare ai visitatori un’esperienza istruttiva in condizioni di sicurezza, impegnandosi al contempo a ridurre al minimo l’impatto ambientale e sugli animali. Questi ultimi devono vivere in habitat sicuri, puliti e confortevoli, che garantiscono una vita attiva e stimolante, adeguata alle loro esigenze.

Un bioparco moderno collabora con altre strutture simili per concordare gli obiettivi dei programmi di protezione ed eventuale ripopolamento, in accordo con autorità nazionali e internazionali. Definisce la logistica per lo spostamento in sicurezza degli animali tra gli zoo nei casi di riproduzione in cattività degli animali, garantendo una maggiore varietà genetica nelle future generazioni degli stessi.

Molte strutture investono grandi risorse economiche e umane in progetti di conservazione direttamente negli habitat naturali, lavorando insieme a organizzazioni sul campo. I moderni zoo non si limitano a ospitare animali, ma finanziano attivamente la protezione delle specie selvatiche e dei loro ecosistemi.

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Utilità dei bio-parchi e degli acquari

Nonostante siano in molti a criticare questo tipo di strutture, è innegabile quanto queste siano d’aiuto agli animali che accolgono. Molti degli individui ospitati nei giardini zoologici provengono da situazioni di maltrattamento, o sequestri da traffico illegale. In molti casi si tratta di animali feriti e curati, ma che non possono più essere reintrodotti in natura. Per questi individui, vivere in cattività rappresenta l’unica possibilità di una vita dignitosa e sicura.

Ci sono poi casi in cui la riproduzione in cattività è l’ultima speranza rimasta a specie portate sull’orlo dell’estinzione. Le popolazioni gestite e ospitate nei giardini zoologici possono fungere da “riserva genetica” da cui attingere per futuri programmi di reintroduzione. Si tratta di una vera e propria arca di Noè, grazie alla quale specie che erano praticamente estinte in natura sono state salvate e reintrodotte negli habitat che un tempo occupavano. Alcuni esempi famosi sono l’orice d’arabia, l’ara di Spix, ed il condor californiano.

L’osservazione ravvicinata degli animali in ambienti controllati permette a scienziati e studiosi di raccogliere dati preziosi sul comportamento, sulla biologia e sulla salute. Si tratta di informazioni importanti e spesso cruciali per la conservazione degli animali in natura. Negli anni sono state molte le malattie per cui si sono trovati cure e vaccini grazie agli animali negli zoo. Questi individui hanno permesso di salvare migliaia dei loro “familiari” liberi in natura.

Critiche ai giardini zoologici

Oggigiorno, le critiche mosse agli zoo sono molteplici, ma si possono categorizzare in 4 segmenti principali: problemi di benessere animale, messa in dubbio dell’efficacia della conservazione, questioni etiche e morali, ed impatto economico e ambientale.

Molte persone non vedono con favore la vita limitata e confinata che gli animali hanno all’interno delle strutture che li accolgono. Lamentando il fatto che gli habitat ricreati non potranno mai garantire la stessa vita che la libertà, per quanto pericolosa, può dare. Per quanto un ambiente è ricreato fedelmente infatti, non sarà mai possibile ricreare artificialmente le sfide fisiche e mentali che la natura presenta. Basti pensare alla dieta di predatori come i grandi felini: in natura dovrebbero cacciare delle specie native del loro areale, ma nei giardini zoologici vengono nutriti in maniera controllata con animali differenti. Il fatto stesso che, per quanto limitate, ci siano interazioni anche solo visive con il pubblico, può essere un fattore di stress che, unito ad altri problemi, può danneggiare la psiche animale facendo emergere comportamenti innaturali e compulsivi. Segni che si manifestano in quasi tutti gli animali che vivono negli zoo, anche quelli con i migliori standard di vita.

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La conservazione delle specie è possibile?

Chi mette in dubbio l’efficacia della conservazione delle specie a rischio, motiva le proprie critiche evidenziando che introdurre in natura animali nati in cattività è estremamente difficile e ha tassi di successo relativamente bassi. Questi individui possono aver perso le abilità necessarie alla sopravvivenza come procacciarsi il cibo, o fuggire e nascondersi dai predatori, e non riescono ad adattarsi all’ambiente selvatico. Senza contare che, a  volte, riproducendosi in cattività gli animali generano più individui di quanti gli zoo possano ospitare o reintrodurre in natura. Si aprono così questioni etiche su come gestire gli “animali in più”, che se non possono andare ad altri giardini zoologici, dovranno essere eutanizzati.

Non si può poi fare a meno di menzionare il fatto che le specie a rischio di estinzione sono migliaia, e che per quanto possano essere numerosi e vari gli animali ospitati negli zoo, essi saranno sempre e solo una frazione di quelli che stanno scomparendo. Questo porta automaticamente a dover effettuare delle scelte, le quali finiscono quasi sempre su quelle specie considerate più “carismatiche” per il pubblico.

Etica e morale

Indipendentemente dalle buone intenzioni, alla base dei giardini zoologici rimane la detenzione di animali selvatici. Questo fatto è visto da molti come moralmente sbagliato, dato che priva gli animali della libertà e di una vita naturale. In quest’ottica gli animali diventano “oggetti” da esposizione, perdendo la loro dignità di esseri viventi. La riproduzione, lo scambio e la vendita di animali tra zoo sono visti come una sorta di traffico che ignora il benessere ed i desideri individuali.

Alcune persone sono dell’idea che zoo e acquari non possono dare un’educazione veritiera sulla vita degli animali selvatici. Ciò che mostrano è un’immagine distorta o del tutto falsa di animali passivi che non hanno comportamenti naturali. Osservare un animale in un habitat artificiale, anche se grande, non è comparabile alla complessità del suo ruolo ecologico in natura.

Inquinamento e costi dei giardini zoologici

La gestione di un bioparco moderno, con elevati standard di benessere, ricerca e conservazione, è economicamente molto costosa. Dato questo fatto, alcuni si chiedono se queste risorse potrebbero essere impiegate direttamente nella conservazione degli habitat naturali o nella lotta al bracconaggio. Visto e dato che gli zoo spendono parte del loro budget per operazioni in situ, non sarebbe meglio spendere tutto in queste operazioni?

Grandi strutture come gli acquari, hanno una grande impronta ecologica a causa del consumo di energia per il mantenimento degli ambienti, ed il filtraggio e la regolazione dell’acqua. Lo stesso vale per quegli habitat che devono ricreare condizioni climatiche estreme, come i circoli polari o le giungle.

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Quindi, qual è il giudizio sui giardini zoologici?

Volendo valutare oggettivamente tutti gli aspetti, positivi e negativi, non è facile emettere un  giudizio equilibrato sui giardini zoologici e gli acquari moderni. Noi di Clubbez crediamo che questo tipo di strutture (quelle accreditate e che rispettano i migliori standard sul benessere animale) rappresentino un “male necessario“.

I giardini zoologici sono sempre più votati alla conservazione e l’educazione in un mondo in piena crisi ecologica, climatica e ambientale. La loro esistenza è purtroppo necessaria, ma con una continua e rigorosa evoluzione dei loro standard e finalità.

Il futuro ideale per questo tipo di strutture non è solo di “non essere un male”, ma di diventare attori fondamentali nella lotta contro la crisi della biodiversità. Aumentando gli investimenti nella ricerca e nel supporto diretto ai progetti in natura, e orientando le esperienze per i visitatori verso l’educazione e l’empatia.

Nel mondo, gli habitat naturali si restringono a velocità allarmante a causa dell’inquinamento e le specie scompaiono a migliaia nel giro di pochi anni. I giardini zoologici e gli acquari moderni possono essere, e per alcune specie lo sono già state, l’ultima linea di difesa contro l’estinzione.

Eri a conoscenza delle caratteristiche dei moderni giardini zoologici e del loro ruolo nella salvaguardia delle specie animali? O ritieni che nonostante tutto andrebbero comunque chiusi? Faccelo sapere nei commenti.

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