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I RAEE sono rifiuti contenenti componenti elettriche ed elettroniche, che quindi non devono essere smaltiti come comuni rifiuti indifferenziati, ma necessitano di un riciclo specifico.
L’acronimo RAEE significa Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, si tratta quindi di tutti quei rifiuti derivanti da elettrodomestici e apparecchi elettronici grandi e piccoli. Data la loro natura di oggetti complessi, formati da materiali diversi assemblati tra loro, per evitare il rischio di inquinamento ambientale e per non disperdere in natura o conferire in discarica oggetti che hanno tempi di degradazione estremamente lunghi, il loro processo di riciclo è complicato e specifico.
I RAEE costituiscono un’importante sfida per il settore del riciclaggio perché rientrano in questa categoria moltissimi oggetti di uso quotidiano. Oltre ad essere numerosi, si tratta di prodotti soggetti a obsolescenza o che quando si guastano sono sostituiti e smaltiti, anziché riparati.
In Europa in media si ricicla meno del 40% di tutti i RAEE prodotti, ma è un dato che varia molto da un paese all’altro.
Questo tipo di oggetti può essere estremamente diverso tra loro, basti pensare alla differenza che c’è tra un frigorifero e uno smartphone o una stampante.
Classificazione dei RAEE
Una prima classificazione suddivide i RAEE in due grandi categorie: domestici, cioè rifiuti di oggetti utilizzati in casa, e professionali, ovvero rifiuti di oggetti usati nei luoghi di lavoro. Questa classificazione non riguarda il tipo di rifiuti in sé, ma l’ambiente in cui sono stati prodotti e le modalità di conferimento alle zone di raccolta.
Per quanto riguarda la tipologia di RAEE invece, la normativa indica 5 principali distinzioni:
- R1 – Apparecchiature refrigeranti: i frigoriferi, i congelatori e gli apparecchi di refrigerazione industriali o professionali, ed anche i condizionatori.
- R2 – Grandi bianchi: questa categoria comprende tutti gli elettrodomestici di grandi dimensioni come lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, forni microonde, impianti per il riscaldamento e boiler.
- R3 – TV e monitor: i monitor e tutti i tipi di apparecchi televisivi appartengono questa categoria.
- R4 – Piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, apparecchiature illuminanti e altro. Questo gruppo contiene una grande varietà di RAEE: vi rientrano tutti gli apparecchi elettrici utilizzati quotidianamente in casa, ma anche i dispositivi e gli accessori per l’informatica, i pannelli solari, i telefoni, gli attrezzi utilizzati per le piccole riparazioni domestiche e molti altri oggetti di uso quotidiano.
- R5 – Sorgenti luminose: le lampadine a led, a scarica, fluorescenti e i neon, rientrano tutti in quest’ultima categoria di RAEE.
La divisione in categorie è importantissima perché non tutti gli impianti per lo smaltimento dei RAEE sono adatti a trattare ogni loro tipologia. Seppure i processi di riciclo sono simili, le sostanze contenute dai diversi elettrodomestici e dispositivi possono essere molto diverse, oltre che pericolose per l’ambiente e chi le maneggia.
I piccoli RAEE possono sembrare meno pericolosi rispetto a quelli grandi, tuttavia sono quelli che corrono più rischi di essere smaltiti scorrettamente. Solitamente infatti, chi acquista un grande elettrodomestico nuovo fa ritirare quello vecchio al rivenditore, che lo avvierà al centro di smaltimento. Piccoli oggetti come lampade, telefoni ed elettrodomestici invece, in molti casi sono gettati coi rifiuti indifferenziati. Per rimediare è importante essere informati sulle corrette modalità di smaltimento dei RAEE e dell’importanza di conferirli presso centri di raccolta.
Come si riciclano i rifiuti elettronici?
I RAEE sono trattati in centri specializzati, che hanno ricevuto l’autorizzazione alla gestione di rifiuti di questo tipo e hanno dimostrato di utilizzare «le migliori tecniche di trattamento, di recupero e di riciclaggio disponibili», come indicato nella normativa che regola il settore.
Le fasi di trattamento dei RAEE sono molteplici e variano a seconda della tipologia di rifiuti trattati, ma in genere se ne contano quattro:
- Selezione e messa in sicurezza: i rifiuti sono separati manualmente o meccanicamente in base alle dimensioni e le eventuali componenti pericolose, come batterie o liquidi refrigeranti, sono rimosse.
- Smontaggio: dato che i RAEE sono formati da più materiali, è fondamentale separare le componenti se possibile; eventuali parti smontabili di plastica o vetro sono rimosse e inviate al riciclo apposito.
- Riduzione volumetrica: i rifiuti sono triturati in piccoli frammenti di dimensioni di pochi centimetri.
- Separazione: tramite diversi strumenti quali elettromagneti e getti d’aria compressa, i frammenti di rifiuti sono ulteriormente suddivisi per separe i diversi materiali come i metalli, la plastica e il vetro.
In questo modo è possibile riciclare circa l’80% dei materiali dei RAEE, comprese piccole quantità di metalli pregiati come oro, argento e rame, rendendoli riutilizzabili.
Perché il riciclo dei rifiuti elettronici è importante?
Il motivo principale dietro il riciclo dei RAEE è evitare il problema ambientale. Molti dispositivi elettronici, se non trattati correttamente, possono diventare dannosi per l’ambiente dati i loro componenti tossici (metalli pericolosi come mercurio e cadmio) e hanno tempi di decomposizione estremamente lunghi. Basti pensare ai rifiuti appartenenti alla categoria R1, le sostanze chimiche che contengono nei loro sistemi di raffreddamento sono estremamente pericolose per l’acqua e l’ambiente.
Inoltre, bisogna considerare che il riciclo dei RAEE aiuta a recuperare materie prime di valore, in particolare metalli come acciaio, rame e oro.
Dai rifiuti elettronici si riciclano anche le terre rare, la cui estrazione in alcune miniere abusive è tristemente nota per rilasciare rifiuti tossici nelle acque. Purtroppo separare le terre rare dai RAEE però è difficile nonché costoso in certi casi.
Le tecniche più comuni di recupero sono rappresentate da trattamenti meccanici e/o metallurgici dei rifiuti. Tuttavia, il riciclo delle terre rare a oggi non è economicamente conveniente perciò solo l’1% delle terre rare utilizzate al mondo è derivante dal riciclo.