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Si sente spesso parlare di quanto inquina questo o quel settore, spesso additato come la principale causa del surriscaldamento globale, ma quante sono esattamente le emissioni di gas serra di ogni settore? In che percentuale le attività umane contribuiscono al cambiamento climatico?
Innanzitutto, bisogna sapere che esistono 4 grandi macrosettori responsabili delle emissioni di gas serra: energia, agricoltura, industria e rifiuti. Ovviamente, la CO2 ed i gas serra inquinanti che vengono emessi nel normale ciclo vitale di persone e animali selvatici non vengono conteggiati, come neanche quei gas emessi da fonti naturali come i vulcani.
Non ha senso attribuire tali emissioni ad alcun settore e per esse non esistono soluzioni, né sarebbe corretto o etico considerarle come dei problemi da risolvere.
Il settore energia è responsabile per il 73,2% di emissioni di gas serra.
Fanno parte di questo settore i gas emessi nella produzione di elettricità, quelli provenienti dalla climatizzazione e dai trasporti.
Ma vediamo nel dettaglio come è composta questa percentuale così grande.
Industrie
Le industrie mondiali sono alimentate da energia elettrica, e per produrre elettricità avvengono emissioni di gas serra. In questo senso le industrie sono responsabili del 24,2% delle emissioni totali.
Ferro e acciaio
Le emissioni dovute all’energia consumata dalle manifatture di ferro e acciaio corrispondono al 7,2% del totale.
Chimico e Petrolchimico
L’energia necessaria ad alimentare le manifatture di fertilizzanti, farmaci, refrigeranti, le estrazioni di petrolio e gas, ecc, rappresenta il 3,6% del totale.
Cibo e Tabacco
Le emissioni prodotte dall’energia usata per la manifattura dei prodotti derivati dal tabacco, e la processazione del cibo (come la conversione dei prodotti agricoli di base in prodotti finiti, quali la trasformazione da grano a pane) sono l’1% del totale.
Metalli non ferrosi
I metalli non ferrosi sono metalli che contengono una percentuale molto bassa di ferro: alluminio, rame, piombo, nichel, latta, titanio e zinco, e leghe come l’ottone. La manifattura di questi metalli richiede energia la cui produzione è responsabile per lo 0,7% delle emissioni globali.
Carta & poltiglia di Carta
Le emissioni che derivano dall’energia usata per la conversione da legno a carta e polpa sono lo 0,6% del totale.
Macchinari
La produzione di macchinari consuma energia la cui produzione è legata allo 0,5% di emissioni globali.
Altre industrie
Le emissioni causate dall’energia consumata da manifatture in altre industrie sono il 10,6% di quelle totali. Questo campo include il settore minerario e le cave, quello edilizio, il tessile, le produzioni in legno (mobilifici, ecc.) e di sistemi di trasporto (la produzione di automobili rientra in questo settore).
Trasporti
Per alimentare i trasporti avvengono emissioni per il 16,2% del totale.
Questa percentuale include l’elettricità consumata da auto elettriche e da linee ferroviarie elettrificate (emissioni indirette) e tutte le emissioni dirette di gas serra derivanti dalla combustione di combustibili fossili necessarie alle attività di trasporto. Queste cifre non comprendono le emissioni derivanti dalla produzione di autoveicoli o altri mezzi di trasporto che erano invece conteggiate nel settore delle altre industrie.
Trasporto su strada
Le emissioni dovute alla combustione dei carburanti di tutti i tipi e di ogni veicolo che viaggia su strada, dalle auto ai camion e gli autobus sono l’11,9% di quelle globali. Il trasporto di persone su strada è responsabile per il 60% di questa percentuale, mentre quello delle merci movimentate su strada lo è per il 40%.
Aviazione
Le emissioni dei voli, passeggeri e merci, sia domestici sia internazionali, sono l’1,9% di quelle globali. Di questa percentuale, l’81% proviene dai voli passeggeri, ed il restante 19% dal trasporto merci.
Navigazione
La navigazione, intesa come i carburanti consumati per alimentare le navi, considerata sia per la movimentazione di merci, sia come settore crocieristico è responsabile per l’1,7% delle emissioni totali.
Ferrovie
L’alimentazione di tutta la rete ferroviaria mondiale, sia per il trasporto passeggeri, sia per quello di merci produce emissioni per lo 0,4% del totale.
Tubature
Combustibili e materie prime hanno bisogno di essere trasportate in condotte o tubature. Questa operazione richiede energia che produce emissioni per lo 0,3%. Le eventuali perdite dovute a difetti di costruzione o scarsa manutenzione producono a loro volta emissioni di gas serra in atmosfera, tuttavia queste ultime rientrano nella categoria di ‘emissioni collaterali da produzione di energia’.
Edifici non industriali
L’energia necessaria ad alimentare edifici che non rientrano nel settore industriale è responsabile per il 17,5% di emissioni globali.
Edifici residenziali
Emissioni legate all’energia, derivanti dalla generazione di elettricità per l’illuminazione, gli elettrodomestici, la cucina e il riscaldamento domestico rappresentano ben il 10,9% del totale.
Edifici commerciali
Emissioni dello stesso tipo di quelle degli edifici residenziali, ma limitate a quegli edifici facenti parte del settore commerciale, come negozi, ristoranti, uffici ecc., sono il 6,6% del totale.
Le combustioni di carburante non allocate
In questa categoria rientrano le emissioni legate all’energia, derivanti dalla produzione di energia da altri combustibili, tra cui elettricità e calore da biomassa; fonti di calore in loco; calore ed elettricità combinati (CHP); industria nucleare; e accumulo idroelettrico di pompaggio. Le emissioni di questo tipo rappresentano il 7,8% del totale.
Emissioni collaterali da estrazione di fonti energetiche
Le emissioni collaterali da estrazione di fonti di produzione energetica sono il 5,8% del totale.
Petrolio e Gas
Le emissioni collaterali sono spesso perdite accidentali di metano in atmosfera. Possono avvenire durante l’estrazione ed il trasporto di idrocarburi, a causa di condotte danneggiate o in un pessimo stato di manutenzione. Tra di esse è anche incluso il Gas Flaring, cioè il bruciare senza recupero energetico il gas estratto in eccesso o che non può essere consegnato. Dato che possono verificarsi fuoriuscite occasionali di gas metano durante l’estrazione di petrolio, regolamentazioni ambientali prevedono che si agisca per evitare l’immissione del gas direttamente in atmosfera. Il bruciare intenzionalmente il gas è spesso il metodo più economico di affrontare il problema. Questo tipo di emissioni rappresenta il 3,9%.
Carbone
Lo stesso tipo di emissioni collaterali si può verificare nelle miniere di carbone e sono l’1,9% del totale.
Agricoltura e pesca
L’energia usata in agricoltura e pesca è responsabile per l’1,7% delle emissioni. Fa parte di questa categoria l’energia usata per alimentare i macchinari agricoli e da pesca, come ad esempio i carburanti di trattrici agricole o pescherecci.
Il settore industriale produce emissioni per il 5,2% del totale mondiale.
In questo caso si prendono in considerazione quei gas serra che vengono emessi durante processi chimici e fisici di lavorazioni industriali specifiche, non legate all’energia che alimenta gli impianti.
Cemento
L’anidride carbonica viene prodotta come sottoprodotto di un processo di conversione chimica utilizzato nella produzione del clinker, un componente del cemento. In questa reazione, il calcare (CaCO3) viene convertito in calce (CaO) e genera CO2 come sottoprodotto. Queste emissioni sono il 3% di quelle totali. La produzione di cemento ovviamente, produce anche emissioni da input di energia ma queste vengono conteggiate nell’uso di energia dell’industria.
Chimica e Petrolchimica
Come visto nel caso precedente, i gas serra possono essere il sottoprodotto di processi chimici, la produzione di ammoniaca, ad esempio, genera CO2 come elemento collaterale. Le emissioni di questo tipo, da queste lavorazioni rappresentano il 2,2%.
Il settore rifiuti è responsabile del 3,2% delle emissioni di gas serra mondiali.
Acque reflue
La materia organica, i residui di animali, piante, esseri umani e i loro prodotti di scarto possono accumularsi nei sistemi di trattamento delle acque reflue. Quando questa materia organica si decompone produce metano e protossido di azoto che sono responsabili per l’1,3% delle emissioni.
Discariche
Le discariche sono ambienti a basso contenuto di ossigeno. Quando la materia organica smaltita qui si decompone, si converte in metano che rappresenta l’1,9% di emissioni.
Agricoltura, silvicoltura e uso del suolo sono direttamente responsabili del 18,4% delle emissioni
Se si considerasse il sistema alimentare nella sua totalità, aggiungendo alle emissioni conteggiate all’agricoltura anche quelle di altri settori, ma legate al trattamento e alla distribuzione di cibo, questa quota salirebbe al 26%.
Pascoli
Quando la prateria subisce erosione, il suolo può perdere carbonio, che diviene anidride carbonica nel processo. Al contrario, quando i prati vengono ripristinati (ad esempio, dai terreni coltivati), il carbonio viene sequestrato. Le emissioni qui si riferiscono quindi al saldo netto di queste perdite e guadagni di carbonio della biomassa dei prati e dal suolo e sono lo 0,1% di quelle globali.
Terreni coltivati
A seconda delle pratiche di gestione utilizzate sui terreni coltivati, il carbonio può essere perso o sequestrato nei suoli e nella biomassa. Ciò influisce sul bilancio delle emissioni di anidride carbonica: la CO2 è emessa quando i terreni coltivati sono degradati, o sequestrata quando i campi sono ripristinati. Al netto di questo calcolo i campi coltivati sono responsabili dell’ 1,4% di emissioni.
Deforestazione
Sono le emissioni nette di anidride carbonica dovute a modifiche della copertura forestale. Ciò significa che la riforestazione viene conteggiata come “emissioni negative” e la deforestazione come “emissioni positive”. La variazione netta della silvicoltura è quindi la differenza tra la perdita e il guadagno di emissioni. Queste si basano sui depositi di carbonio persi dalle foreste e sui cambiamenti nei depositi di carbonio nei suoli forestali. Sono il 2,2% del totale.
Bruciatura delle colture
La combustione dei residui agricoli, di colture come riso, grano, canna da zucchero e altre colture, rilascia anidride carbonica, protossido di azoto e metano. La pratica di bruciare i residui colturali dopo il raccolto, viene spesso impiegata per preparare il terreno per la risemina delle colture. Questo metodo è responsabile per il 3,5% delle emissioni.
Coltivazione del riso
Le risaie allagate producono metano attraverso un processo chiamato “digestione anaerobica”. La materia organica nel suolo viene convertita in metano a causa dell’ambiente a basso contenuto di ossigeno di queste coltivazioni. Esse sono responsabili dell’1,3% delle emissioni globali. Può sembrare una percentuale elevata per un singolo tipo di coltivazione, ma è importante contestualizzare. Il riso rappresenta circa un quinto dell’apporto calorico mondiale ed è un alimento di base per miliardi di persone in tutto il mondo.
Suoli agricoli
Il protossido di azoto, un forte gas serra, viene prodotto quando si utilizzano fertilizzanti sintetici a base di azoto. Ciò include le emissioni generate dai suoli per tutti i prodotti agricoli, compresi gli alimenti per il consumo umano diretto, i mangimi per animali, i biocarburanti e altre colture non alimentari (come il tabacco e il cotone). Queste emissioni sono il 4,1% di quelle globali.
Bestiame
Gli animali (principalmente ruminanti, come bovini e ovini) producono gas serra attraverso un processo chiamato “fermentazione enterica”. Quando i microbi nei loro sistemi digestivi distruggono il cibo, producono metano come sottoprodotto. Protossido di azoto e metano sono prodotti dalla decomposizione di letame animale in condizioni di basso contenuto di ossigeno. Ciò avviene quando un gran numero di animali viene gestito in un’area ristretta (come allevamenti lattiero-caseari, allevamenti di bovini e allevamenti di suini e pollame), dove il letame deve essere immagazzinato in grandi cumuli o smaltito in lagune e altri tipi di sistemi di gestione del letame. Le emissioni di “bestiame” in questo caso includono solo le emissioni dirette del bestiame, non considerando gli impatti del cambiamento dell’uso del suolo per i pascoli o l’alimentazione degli animali. Queste emissioni sono il 5,8% del totale.
Analisi e conclusioni
Da questi dati risulta evidente che le emissioni di gas serra sono di origine molto variegata e non esiste una soluzione univoca per eliminarle tutte. Il settore energetico risulta inequivocabilmente il più inquinante di tutti sotto i criteri presi in esame. Ridurre quindi il consumo di corrente ed il risparmio energetico sembrerebbero le soluzione più logica, ma allora perché si punta così tanto sull’elettrificazione?
La risposta la danno le emissioni dovute ai trasporti.
Se si analizzano le emissioni dei trasporti di merci e persone su rotaia, risulta che i treni muovono l’8% dei passeggeri del mondo ed il 7% delle merci mondiali, il tutto richiedendo solo il 2% dell’energia che viene consumata dal settore trasporti. Questo risultato è dovuto al fatto che ben il 75% dei treni passeggeri è elettrificato e quindi responsabile di meno emissioni.
Le emissioni del settore energia inoltre, dipendono da come la corrente elettrica è prodotta: le energie rinnovabili e quelle sostenibili sono responsabili di molte meno emissioni di gas serra rispetto a quelle fossili. Un maggior consumo di energia elettrica risulta perciò meno inquinante se questa è prodotta con metodi puliti.
Si potrebbero anche limitare le emissioni dovute all’alimentazione se si limitassero gli sprechi di cibo. La produzione e lavorazione di alimenti che finiscono per andare a male ed essere sprecati infatti, causa il 6 % delle emissioni di gas serra mondiali.