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Il dibattito sugli OGM è uno dei più controversi in campo pubblico e scientifico.
L’ingegneria genetica ha applicazioni in innumerevoli campi, e anche se in campo medico è largamente accettato quasi al punto da essere considerato la norma, lo stesso non si può dire della sua applicazione in campo agricolo e alimentare.
Perché gli OGM vengono visti in maniera così diversa a seconda della loro applicazione? Per capire questa disparità bisogna andare a guardare i fatti, controllare le paure e confrontare le possibili applicazioni future degli organismi geneticamente modificati.
Cosa si può considerare naturale e cosa OGM?
Se confrontiamo i prodotti agricoli odierni con quelli del passato, noteremo enormi differenze sia nell’aspetto, sia nelle dimensioni e nei sapori.
Piante e animali sono cambiate molto rispetto alle generazioni passate e questi cambiamenti hanno cominciato ad avere luogo ben prima che l’ingegneria genetica potesse essere effettuata in laboratorio.
Ciò è dovuto al fatto che gli agricoltori e gli allevatori effettuavano selezioni dei tratti genetici che meglio si prestavano alle loro esigenze.
Se alcune piante si mostravano più produttive di altre o alcuni frutti erano più buoni, si conservavano e incrociavano i loro semi con altre con caratteristiche simili, per ottenere produzioni migliori. Lo stesso avveniva con gli animali: una mucca faceva più latte di altre? In tal caso veniva fatta accoppiare con più frequenza e con tori migliori. Lo stesso principio si applicava a tutte le specie di cui avevamo bisogno, fossero esse animali o vegetali. Lo si è pure effettuato con le razze canine.
Questi tratti “migliori” sono l’espressione dei geni e ad ogni generazione questi geni si fanno più marcati. Questa la ragione dietro i cambiamenti delle colture rispetto al passato. Ma se la selezione genetica è una cosa che va avanti da millenni, perché gli OGM sono differenti?
Gli accoppiamenti selettivi, a conti fatti, consistono nel forzare la fortuna sperando in risultati positivi. L’ingegneria genetica invece elimina il fattore casuale, permettendoci di selezionare i tratti di cui abbiamo necessità. Si possono scegliere dimensioni, colori, gusto e resistenze a certi parassiti, ovviamente entro certi limiti.
Perché le persone sono spaventate dagli Organismi Geneticamente Modificati?
Alcuni temono il trasferimento genico. Inteso come l’incrocio di alcune colture OGM con altre tradizionali e quindi il trasferimento di alcuni tratti indesiderati in esse.
Un metodo di prevenzione di tale rischio è anche un argomento a sfavore degli OGM stessi: i semi sterili. Sementi modificate in modo da dar vita a piante che saranno sterili e che quindi produrranno sementi che non potranno dar vita a piante nuove. In questo modo però le aziende produttrici di questi semi si troverebbero in regime di monopolio nei confronti degli agricoltori che non avranno altra scelta se non comprare sementi da loro, non potendo metterne da parte per i raccolti successivi.
Questa pratica ha destato immediatamente l’indignazione pubblica ed è stata fermata quasi sul nascere. Si sono visti quindi alcuni casi di piante geneticamente modificate che crescevano in luoghi dove non erano state piantate e di tratti appartenenti a OGM trovati in altre piante. Tuttavia le piante modificate non possono sfuggire completamente al controllo: molte colture si impollinano tra loro e tutte devono essere imparentate per potersi incrociare in qualche modo.
Esistono anche pratiche che si possono adottare per ridurre al minimo tali rischi, come il creare zone di esclusione intorno ai campi di OGM.
Ma anche se teoricamente è possibile che degli OGM si incrocino con piante tradizionali, la domanda importante è un’altra.
Che differenze ci sono tra il cibo derivante da colture OGM e quello ottenuto con colture tradizionali?
Si può dire che sia la questione sollevata fin da subito quando sono stati introdotti gli OGM.
Le piante geneticamente modificate destinate all’uso alimentare sono testate e controllate per possibili rischi. I risultati sono valutati e confrontati da diverse agenzie. Dopo 40 anni e migliaia di studi, la scienza è abbastanza concorde nell’affermare che gli OGM non presentano più rischi per la salute rispetto ai prodotti tradizionali. Negli USA l’88% degli scienziati della American Association for Advancement of Science ritiene gli OGM sicuri. Percentuale in netto contrasto con quella del pubblico che si limita al 37%.
Questa non pericolosità vale anche per quelle piante modificate per essere tossiche per i parassiti. La preoccupazione deriva dal fatto che un pesticida normalmente può essere lavato via da un frutto o una verdura. E comunque cessa il suo effetto dopo un certo periodo. Ma se il pesticida è nel genoma della pianta, il consumatore finale non ha modo di rimuoverlo. Tuttavia, bisogna sapere che un tratto genetico specificamente creato e applicato in una pianta per essere nocivo per un insetto o un fungo, non può essere pericoloso per una persona. Basta pensare al cioccolato che è buono per un essere umano, ma mortale per un cane.
Esiste anche un approccio diverso allo stesso problema dei parassiti: ovvero creare piante resistenti agli erbicidi. In questo modo gli agricoltori possono usarli senza timori uccidendo le piante ed erbe che sottrarrebbero risorse alle colture.
Questa pratica però ha portato ad usare gli erbicidi con troppa leggerezza e poca cautela.
Grazie a questa prassi è saltato fuori un altro problema legato agli OGM: per l’industria degli erbicidi sono un grosso affare.
Oltre il 90% delle colture da reddito degli Stati Uniti sono resistenti agli erbicidi, soprattutto al Glifosate. Di conseguenza l’utilizzo di questa sostanza è cresciuto esponenzialmente. La cosa non è solo negativa, il Glifosate è molto meno pericoloso per l’uomo rispetto ad altri erbicidi. Tuttavia questa caratteristica ha portato gli agricoltori a puntare solo su questa sostanza e mettere da parte altre tecniche più equilibrate di contenimento degli infestanti. In effetti è uno dei punti fondanti del dibattito sull’uso degli OGM.
La critica maggiore a questo tipo di tecnologia però è anche e soprattutto, una critica all’agricoltura moderna cioè a una pratica economica che vede le grandi corporazioni a controllo degli approvvigionamenti alimentari.
Questa critica non è solo valida, ma anche importante perché l’agricoltura attuale necessita di un cambiamento in una direzione più sostenibile.
In tal senso gli OGM sono degli alleati e non dei nemici.
Potrebbero aiutarci a ridurre l’impatto sulla natura e l’ambiente: con campi più produttivi e resistenti si ridurrebbe il suolo necessario alla loro coltivazione.
Quali pregi hanno gli OGM?
Sono diversi gli esempi in cui l’utilizzo degli OGM ha salvato colture intere.
Nel Bangladesh le melanzane sono tra le coltivazioni più diffuse, ma erano anche molto vulnerabili ai parassiti che distruggevano interi campi. Gli agricoltori erano costretti a fare largo uso di pesticidi, cosa non solo molto costosa, ma anche pericolosa dato che molti agricoltori finivano per ammalarsi. Con l’introduzione di un nuovo tipo di melanzana geneticamente modificata nel 2013 cambiò tutto. Grazie alla proteina BT presente in questo ortaggio, mortale per gli insetti, ma innocua per gli esseri umani, l’uso degli insetticidi sulle melanzane calò dell’80%. Il risultato fu che i contadini si ammalavano di meno, spendevano di meno e i loro introiti erano aumentati.
Altre volte, il ricorso ad alterazioni genetiche è invece l’unica via percorribile.
Negli anni 90 la coltivazione della papaya nelle Hawaii fu colpita dal virus Ringspot, trasmesso dagli afidi e al quale non esiste alcuna cura. L’estensione di tale malattia era tale che minacciava di distruggere completamente l’industria della papaya nell’arcipelago hawaiano. La soluzione fu la creazione di una papaya geneticamente modificata per avere dentro di sé il vaccino a quel virus. Senza di essa la papaya si sarebbe completamente estinta in quello stato.
Il futuro degli Organismi Geneticamente Modificati
Questo tipo di storie mostrano casi molto specifici e ristretti. Il 99% degli OGM attualmente in uso hanno pesticidi integrati dentro di loro o sono resistenti agli erbicidi. Ma si potrebbe fare molto di più, la ricerca punta a modificare frutta e verdura per renderla più nutriente, più vitaminica, in poche parole a rendere il cibo più efficiente di quanto già sia.
La ricerca in tal senso è utile per sfamare quei paesi dove la produzione alimentare è scarsa, ma va considerato che nel mondo si produce già abbastanza cibo. Il problema è che questo cibo viene sprecato e gettato via perché in eccesso nei paesi ricchi. Il problema di per sé non sta nella quantità di cibo, ma nella logistica della sua distribuzione. Cibo più nutriente però significa anche una minor quantità necessaria per sfamare le persone e gli animali, quindi meno necessità di produzione. Ciò si tradurrebbe in meno campi coltivati e più terreni lasciati alla natura.
Si lavora anche per rendere le piante più resistenti al cambiamento climatico, piante che si possano adattare meglio a climi instabili e condizioni di suolo sfavorevoli, rendendole resistenti a siccità o alluvioni.
Gli OGM non solo potrebbero ridurre l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente, ma potrebbero attivamente mitigare il cambiamento climatico.
La ricerca è orientata a produrre raccolti in grado di assorbire l’azoto direttamente dall’atmosfera, ciò ridurrebbe l’utilizzo dei fertilizzanti e rischi che questi hanno di contaminare le falde acquifere. Se le piante fossero in grado di assorbire azoto senza bisogno di concimare i terreni, si risolverebbe non uno, ma due problemi: l’uso eccessivo di fertilizzanti nei paesi ricchi e la carenza di essi in quelli poveri.
Alcuni ricercatori stanno cercando di modificare delle piante per farle diventare dei purificatori d’aria ancora più efficienti. Come lo è il Castagno Americano il quale assorbe enormi quantità di CO2, ben 33kg in un solo anno. Pianta che però è quasi estinta a causa di un fungo, ma di cui esistono esemplari immuni ad esso grazie all’ingegneria genetica, la cui vita però è limitata in zone precise e la libera proliferazione non è ancora autorizzata.
Con gli strumenti a nostra disposizione oggi, l’immaginazione è il limite.
Che conclusioni possiamo trarre sugli OGM?
Il consumo di cibo aumenta di anno in anno e per far fronte alla crescente domanda bisogna aumentare la produzione.
Non esistono molte scelte a riguardo.
Si possono aumentare le superfici coltivate abbattendo foreste per creare campi e pascoli e aumentare l’uso di pesticidi ed erbicidi.
Oppure si può cercare di aumentare la produttività dei campi già esistenti. Adottando tutte le pratiche a nostra disposizione, utilizzando l’agricoltura integrata e l’uso di sementi modificate per essere più efficienti e che richiedono meno trattamenti da parte dell’uomo.
Intensificare l’agricoltura anziché espanderla significa renderla più efficiente, purtroppo però c’è molta disinformazione anche a livello istituzionale e normativo. Emblematico il caso dello Sri Lanka, dove si è deciso di puntare completamente sul biologico, con conseguenze prevedibili e terribili.
In parole povere, l’uso dell’ingegneria genetica in agricoltura la cambierebbe drasticamente e avrebbe la possibilità di correggere molti errori fatti in passato.
Gli OGM hanno il potenziale per essere un’arma molto potente a nostra disposizione per la salvaguardia del pianeta e della sua biosfera.
Intorno ad essi però circola una disinformazione profonda e spesso in malafede se non addirittura voluta per interessi commerciali di pochi.