Questo articolo è stato letto 777 volte
Nell’ultima decade il consumo di frutta e verdura biologica è cresciuto in maniera esponenziale.
Nonostante abbia un costo maggiore, la scelta BIO sta passando dall’essere vista l’alternativa, all’essere considerata la scelta morale e necessaria per la società. Il cibo biologico è spesso considerato più salutare, più naturale ed infine più etico dalla maggior parte delle persone.
Ma qual è l’esatta definizione di cibo biologico?
Non c’è una risposta unica: differenti stati e zone del mondo danno differenti definizioni e di conseguenza applicano regole diverse.
In genere, il cibo biologico è coltivato senza l’uso di semi OGM, di fertilizzanti e pesticidi di sintesi. In sostituzione, gli agricoltori BIO usano metodi più “naturali” per la produzione di cibo, come la rotazione delle colture, e l’impiego di fertilizzanti organici come il compost e il letame.
Mentre la motivazione dietro l’acquisto di cibo biologico è certamente nobile, possiamo considerarla davvero efficace, o si tratta solo di una moda costosa che possiamo permetterci di ignorare senza sensi di colpa?
Il cibo biologico è più sano e migliore per la salute?
Una credenza naturalmente associata ai prodotti biologici è che il loro metodo di coltivazione naturale li renda più nutrienti e sani. Ed effettivamente, diversi studi hanno osservato che frutta e verdura BIO contengono più antiossidanti. Le piante li producono come loro insetticida naturale; sembra che frutta e verdura organiche debbano lavorare di più, dove invece i prodotti da agricoltura tradizionale ricevono l’aiuto dell’uomo. Si pensa che gli antiossidanti siano utili per la nostra salute, anche se gli scienziati non hanno tratto una vera e propria conclusione a riguardo.
Non abbiamo ancora idea di se e come ci aiutino esattamente, o di quanto prodotto si debba consumare per assumerne un certo quantitativo.
E dal punto di vista nutrizionale?
I risultati non sono univoci: alcuni studi hanno dimostrato che il cibo biologico contiene valori leggermente più alti di vitamina C e acidi grassi Omega-3, mentre altri studi non hanno trovato differenze degne di nota. In definitiva, la risposta è che ci sono solo minuscole differenze nei valori nutrizionali.
Quindi, basandoci sulle scienze a nostra disposizione tuttora, non sembra che il cibo biologico abbia dei benefici significativi per la salute.
Ciò che sappiamo per certo è che mangiare frutta e verdura in generale è più salutare, e che la maggior parte delle persone non ne consuma abbastanza. Integrare la giusta quantità di verdure nella propria dieta è più influente sulla salute rispetto al metodo con cui esse sono state prodotte.
Il cibo biologico è più naturale?
Le persone non comprano cibo BIO solo per avere qualche vitamina in più, ma per evitare qualcosa che ritengono tossico, come pesticidi e fertilizzanti artificiali.
E in effetti, diversi studi dimostrano che ci sono meno residui di pesticidi sui prodotti biologici. Ma qui è dove le cose si fanno complicate: meno pesticidi, non significa nessuno. Seppur considerati l’ultima risorsa nell’agricoltura biologica, i pesticidi non sono proibiti.
La maggior parte dei pesticidi biologici sono tossine naturali, come gli oli vegetali, il sapone di cenere calda, i solfati di Zolfo o di Rame (il noto e usatissimo Verderame), ma tra essi ci sono anche sostanze sintetiche.
Che differenze ci sono tra pesticidi biologici e sintetici?
Non molte a dire la verità, dato che quelli biologici non sono necessariamente più sicuri rispetto agli altri. Le tossine sono sempre e comunque tossine, a prescindere dalla loro origine, sia essa naturale o costruita artificialmente.
Infatti, nel caso del verderame, spesso utilizzato nella coltivazione di mele biologiche, la scelta di questo pesticida organico è spesso più dannosa e pericolosa per le persone rispetto ad altre sostanze sintetiche. La tossicità di una sostanza dipende dalla sua concentrazione e dall’esposizione che si ha ad essa, non se questa è naturale o meno.
Ci sono alcuni studi recenti riguardo gli effetti sulla nostra salute a lungo termine in correlazione al livello della nostra attuale esposizione ai pesticidi.
Uno studio francese del 2018 ha associato l’assenza di consumo di vegetali BIO con rischi maggiori di certi tipi di cancro. Tuttavia tale risultato fu molto criticato. I partecipanti allo studio riportavano le loro abitudini alimentari personalmente, senza che venissero mai fatti test sui livelli di pesticidi eventualmente presenti dentro di loro.
A complicare ulteriormente le cose, uno studio danese, sempre del 2018, scoprì che i pericoli derivanti dai pesticidi, per gli adulti erano gli stessi derivanti dal bere un bicchiere di vino rosso ogni 3 mesi.
In conclusione, i pesticidi su frutta e verdura non sono nulla per cui perdere il sonno. Nonostante ciò, è giusto continuare a pretendere controlli stringenti e standard elevati riguardo il nostro cibo.
Tutti i pesticidi sono regolamentati e testati in maniera completa ed esaustiva nell’Unione Europea e negli USA. Ogni anno migliaia di controlli a campione avvengono sui cibi e bevande alla ricerca della presenza di pesticidi. La maggioranza dei prodotti testati non presenta alcun residuo, o solo una frazione minima rispetto al livello considerato tollerabile. Ad oggi, la contaminazione da batteri e funghi è considerata estremamente più pericolosa per la salute.
Su questo fronte il rischio è lo stesso, sia su prodotti biologici, sia su quelli tradizionali.
Le colture biologiche sono migliori per l’ambiente?
Nel 2017, una meta-analisi studiò l’agricoltura biologica nei dettagli e analizzò cibi biologici e tradizionali da più di 700 fonti di produzione diverse, ed il loro impatto su categorie come la produzione di gas serra, il consumo di energia e il fabbisogno di suolo.
Il risultato fu che nessun metodo di produzione è chiaramente migliore per l’ambiente. I sistemi BIO utilizzano meno energia rispetto a quelli tradizionali, ma hanno livelli simili di emissioni di gas serra. Le fattorie biologiche utilizzano meno pesticidi, ma hanno bisogno di estensioni di terreno molto maggiori per ottenere gli stessi livelli di raccolto di quelle tradizionali. Questi risultati misti furono anche confermati da un rapporto della Swedish Food Agency: Biologico e tradizionale sono equivalenti nella maggioranza dei casi. La differenze più significative stanno nel consumo di suolo, dove vince l’agricoltura tradizionale, e l’eco tossicità, dove invece vince l’agricoltura BIO.
Quindi, basandoci su questi risultati, l’agricoltura tradizionale ha un impatto ambientale leggermente minore se comparata a quella biologica.
In definitiva, per quanto ne sappiamo , i prodotti biologici non sono superiori a quelli tradizionali.
Tuttavia l’agricoltura BIO ha un impatto maggiore in un senso più ampio del termine: la sua domanda è in continua ascesa, e la difficoltà a rifornire il mercato può portare ad adottare metodi che sono meno sostenibili in altri modi.
La Spagna, ad esempio, coltiva tonnellate e tonnellate di frutta e verdura, sia biologica sia tradizionale, in vastissime serre che usano moltissima energia, per destinare il prodotto all’esportazione. Subendo per questo numerosi impatti ambientali quali alti livelli di emissioni di gas serra.
E, dato che la crescente domanda non può essere coperta dalla produzione interna, il commercio globale di cibo biologico è in aumento. Più la catena di rifornimento si fa lunga e complicata, per rendere disponibile ogni tipologia di cibo in qualità biologica, assicurare che i prodotti rispettino gli standard di qualità e regolamenti biologici diventa sempre più difficile. Tutto ciò ha portato a incidenti e frodi, dove del cibo tradizionale veniva etichettato e venduto come il più costoso BIO.
Ma la diatriba del biologico contro il tradizionale, spesso non è una discussione oggettiva.
Biologico non è semplicemente un metodo di produzione, per molti è un’ideologia.
Comprare BIO sembra giusto, le persone vogliono fare la scelta giusta per la salute dei propri figli ed il benessere del pianeta.
Ma la nostra naturale inclinazione a pensare che biologico sia buono, o comunque migliore, e che tradizionale sia cattivo, può essere d’intralcio alla scelta della soluzione più ragionevole.
La soluzione sarebbe lo smettere di vedere il biologico e il tradizionale come inconciliabili. Entrambi hanno pro e contro, ed il modo migliore per produrre cibo sano in maniera efficiente è la combinazione di ciò in cui entrambi eccellono. Da questo modo di ragionare è nata l’agricoltura integrata.
L’agricoltura integrata è un sistema agricolo di produzione a basso impatto ambientale, in quanto prevede l’uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione allo scopo di ridurre al minimo il ricorso a mezzi tecnici che hanno un impatto sull’ambiente o sulla salute dei consumatori.
Per quanto riguarda la spesa di noi consumatori finali, il cibo che dovremmo comprare dipende da ciò che ci aspettiamo da esso. Se vogliamo semplicemente mangiare più sano, dovremmo semplicemente comprare più frutta e verdura di qualsiasi tipo, non necessariamente biologica.
Se la nostra preoccupazione è per l’ambiente, allora il semplice puntare tutto sul biologico non risolverà alcun problema. L’opzione più sensata e semplice è di comprare locale e stagionale. Fondamentalmente, frutta e verdura stagionali, sono le vere scelte biologiche che ognuno di noi può fare.
Tirando le somme, il bollino BIO è solo lo stemma di un certo tipo di manifattura, non un certificato di sicurezza o una garanzia per la nostra dieta. Ciò che mangiamo è molto più importante del metodo con cui è stato prodotto.