Vai al contenuto

Clubbez – Blog Ecologico

Home » Blog » Api e Piante non collaborano più, allarme negli USA (e non solo)

Api e Piante non collaborano più, allarme negli USA (e non solo)

Questo articolo è stato letto 331 volte

Il 94% dei network di impollinazione statunitensi non esistono più. Scopriamo insieme le cause, cosa accadrebbe se le api sparissero e cosa possiamo fare per migliorare la situazione.

 

L’estinzione delle api che sta piano piano avvenendo a livello planetario è un fenomeno complesso. Non l’abbiamo ancora compreso pienamente ma sappiamo con sicurezza che è molto pericoloso per l’intero ecosistema e rischia di creare danni incalcolabili su scala globale, tanto che alcuni esperti non si risparmiano dal definirlo “apocalittico”.

Nonostante le cause individuate siano molteplici, una delle più lampanti è la distruzione dei loro habitat naturali.

Secondo uno studio pubblicato su Insect Conservation and Diversity le modifiche umane massicce sul territorio stanno causando non solo la loro estinzione, ma anche il declino dei network di impollinazione dei quali le api fanno parte e questa pare sia solo un’anteprima di quanto avverrà su tutto il pianeta Terra se non interverremo in fretta.

 

Cos’è il Network di impollinazione

Quando parliamo di “network di impollinazione” intendiamo la forma con cui collaborano le api selvatiche con le piante native, cioè quando le prime utilizzano le seconde per trarre nutrimento mentre contribuiscono alla “riproduzione verde” impollinando gli esemplari vegetali.

Oltre un secolo di analisi

Analizzando i dati raccolti negli ultimi 125 anni lo studio ha scoperto che soltanto il 6% delle relazioni tra api e piante è rimasto inalterato. Il 30% è completamente scomparso (o è sparita dal territorio la pianta o le api) e nel 64% delle casistiche persistono sia le piante che le api, ma le seconde non vi si approvvigionano più preferendo altre specie, nella maggior parte dei casi esotiche (quindi importate).

 

Le cause

Come abbiamo scritto all’inizio dell’articolo i motivi di questo grave fenomeno sono molteplici: prima di tutto la mano dell’uomo (in due parole la distruzione del loro habitat ed i pesticidi), in secondo luogo l’innalzamento delle temperature. Il surriscaldamento globale ha modificato il periodo di fioritura di molte piante e questo è un problema enorme per molte specie di api perché hanno una forbice temporale ben precisa durante il quale si nutrono (e contemporaneamente impollinano), ritrovandosi così senza la fonte di cibo privilegiata.

In ultimo luogo molte specie non autoctone, sia di piante che di insetti, hanno sostituito quelle locali cacciandole dai loro habitat naturali, contribuendo così alla distruzione dei network presi in oggetto.

Se sparissero le api

Caffè, melone, mele, limoni, cioccolato… senza il prezioso lavoro di impollinazione delle api tutti questi prodotti (e moltissimi altri) non li potremmo più trovare al supermercato, infatti il 75% dei raccolti su cui basiamo la nostra sopravvivenza esistono grazie agli insetti impollinatori come api e farfalle.

Una forte iniziativa viene organizzata periodicamente dal “Whole Foods Market” (un’importante catena presente negli USA, in Canada ed in Gran Bretagna) che per sensibilizzare sull’argomento fanno sparire per qualche tempo tutti gli ortaggi e la frutta che dipendono dall’impollinazione delle api.

Il risultato è che il 52% dei prodotti normalmente in vendita non risulta disponibile.

Come risolvere

Un forte intervento dei governi per cercare di arginare il preoccupante fenomeno consiste nel puntare sulle specie native e recuperare gli habitat che vanno via via modificandosi o perdendosi.

Tutti noi invece possiamo portare alla luce il problema parlandone il più possibile e condividendo sui social network questo articolo e la ricerca (in inglese) che abbiamo citato più in alto.

Impegnamoci per ricordare a più persone possibili che siamo tutti parte di questo splendido mondo e se facciamo del male al pianeta facciamo del male a noi stessi… cerchiamo di preservarlo tutti insieme!

CONDIVIDI L'ARTICOLO!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *