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L’Inquinamento dei Viaggi Aerei

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Secondo diversi studi, il trasporto aero è responsabile per valori di emissioni di CO2 tra il 2,4% ed il 3% del totale a livello mondiale.

I viaggi aerei sono una delle modalità di trasporto più efficienti per spostarsi  su lunghe distanze, ma hanno un impatto ambientale considerevole. Negli ultimi anni, le emissioni di gas serra dovute a questo settore sono aumentate per via della sua crescita, ma anche per l’aumento dei viaggi privati. Secondo l’ultimo rapporto dell’International Council on Clean Transportation (ICCT), l’intero settore aereo è responsabile di circa il 5% del riscaldamento globale.

Questa disparità tra emissioni di CO2 (2,4%-3% di quelle globali) e incidenza sul surriscaldamento globale (5%) è dovuta ai cosiddetti effetti non-CO2 che i voli aerei producono ad alta quota. I più impattanti tra questi effetti sono le scie di condensazione e gli ossidi di azoto (NOx).

L’aereo è uno dei mezzi di trasporto più inquinanti

Nonostante altre metodologie di trasporto causano più emissioni totali, l’aereo è considerato uno dei mezzi in assoluto più inquinanti. Questo per via delle emissioni associate al singolo passeggero per chilometro percorso (pax-km). Fermo restando che non si tratta di un calcolo semplice, e che può essere influenzato da diversi fattori quali la distanza percorsa e le turbolenze incontrate nel viaggio, il numero di passeggeri a bordo di un volo influenza significativamente le emissioni per ogni individuo.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) utilizzano diverse metodologie di calcolo e i valori possono variare. Per esempio, una stima più recente dell’EEA indica che le emissioni medie sono di circa 148 grammi di CO2 per passeggero per chilometro per un volo a lungo raggio, mentre l’Agenzia Federale per l’Ambiente della Germania (UBA) stima circa 214 grammi di CO2 per passeggero per chilometro per un volo in classe economica su rotte brevi e medie. Questo dimostra come il dato sia variabile in base al tipo di aereo, alla distanza e al fattore di riempimento.

Può non sembrare molto, ma in media un’automobile con 2 soli passeggeri, ha un valore di emissioni pax-km di CO2 di soli 42 grammi, meno di un terzo rispetto alle stime più ottimistiche riguardanti il viaggio aereo.

Quali sono le sostanze emesse dagli aerei in atmosfera?

Per volare, gli aerei bruciano molto carburante, da questa combustione il principale sottoprodotto è la CO2, ma non è l’unico gas serra rilasciato. L’azoto presente in atmosfera reagisce con l’ossigeno a causa della combustione ad alte temperature dei motori degli aerei, formando ossidi di azoto (NOx). Questo tipo di ossidi aumentano l’inquinamento atmosferico, e facilitano la formazione di nuvole di smog che precipitano poi al suolo.

Dai motori degli aeromobili sono prodotti anche altri composti organici volatili (VOC) e ossidi di carbonio, che contribuiscono all’inquinamento atmosferico locale e alla formazione di ozono troposferico.

I motori a getto, come altri motori a combustione, producono particolato, polveri sottili e aerosol, che hanno effetti negativi sulle persone e sull’ambiente. Ultimo, ma non per importanza, gli aerei rilasciano molto di vapore acqueo ad alta quota, che può formare cirri e scie di condensa. Queste scie e cirri artificiali intrappolano il calore in atmosfera aumentando così l’effetto serra. contribuendo al surriscaldamento globale.

Pur essendo di per sé un problema, gli inquinanti emessi dagli aeroplani non sarebbero più gravi di quelli emessi da altri mezzi di trasporto o dalle industrie. Ciò che li rende particolarmente dannosi è il fatto che sono emessi direttamente in atmosfera ad alta quota. Qui gli inquinanti sono più duraturi nel tempo e possono impattare su un’area molto più estesa.

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Emissioni indirette dei viaggi aerei

Come tutti gli altri mezzi di trasporto, anche i viaggi aerei hanno emissioni indirette. In questo settore sono rappresentate dalle emissioni dovute alla costruzione, la manutenzione e lo smaltimento degli aeromobili, dalla costruzione ed il mantenimento delle infrastrutture aeroportuali, ma anche dalle emissioni che vengono prodotte dai mezzi che si utilizzano per recarsi in aeroporto e prendere il proprio volo.

Il valore del 2,4% delle emissioni globali di CO2 si riferisce quasi esclusivamente alla combustione diretta del cherosene da parte degli aerei. Purtroppo non esiste un dato globale unico e standardizzato che quantifichi esattamente le emissioni indirette totali dei viaggi aerei, ma si possono trovare diverse stime e analisi parziali.

Le emissioni derivanti dall‘estrazione, il trasporto e la raffinazione del petrolio per produrre cherosene contribuiscono fortemente alle emissioni indirette. Secondo le stime questo processo aggiunge un valore di circa 5-10% alle emissioni CO2 di ogni volo.

La costruzione degli aerei, per quanto standardizzata e industrializzata, è un’operazione ad alto consumo energetico ed emissioni. Queste emissioni sono distribuite su ogni viaggio che l’aeromobile effettuerà nella sua “vita” e nei suoi 25 ai 30 anni di durata, si stima che dovrebbe effettuare migliaia di voli.

Gli studi più completi che cercano di quantificare l’impatto totale dell’aviazione attraverso un’analisi del ciclo di vita (LCA) confermano che le emissioni indirette aggiungono una quota significativa al totale, ma la stragrande maggioranza dell’impatto rimane legato alla combustione del carburante.

Come si possono ridurre le emissioni dei viaggi aerei?

Il settore aeronautico sta cercando da tempo di diventare più sostenibile attraverso diverse iniziative che hanno lo scopo di ridurre il proprio impatto ambientale. Le linee guida dell’ICAO stabiliscono un obiettivo di miglioramento del consumo di carburante pari ad almeno l’1,5% all’anno.

Oltre alla riduzione dei consumi, si punta ridurre l’impatto ambientale dei voli attraverso strategie integrate e innovative. Queste comprendono un insieme di azioni precise: l’uso carburanti sostenibili (SAF), l’introduzione di tecnologie migliori come motori elettrici o ibridi, e l’ottimizzazione delle operazioni di volo tramite l’adozione di rotte più dirette o ottimizzate per sfruttare a proprio vantaggio gli eventi atmosferici.

Per quanto riguarda i SAF (Sustainable Aviation Fuels), si tratta carburanti prodotti da fonti rinnovabili, come biomasse e oli di scarto. Questo tipo di combustibili possono ridurre le emissioni di CO2, nei casi migliori, fino all’80% rispetto al normale cherosene impiegato in aviazione. Tutt’ora però, il loro utilizzo è limitato per via dei loro costi elevati e della bassa produzione, ma è in costante aumento.

Ci sono anche poi soluzioni indirette, come il piantare alberi per compensare la CO2 prodotta. Molte compagnie aeree infatti danno ai passeggeri la possibilità di pagare un sovrapprezzo sul biglietto per coprire le spese per piantare alberi. Non si tratta però di una “vera” decarbonizzazione del settore e pone l’onere della spesa sul consumatore anziché sulla compagnia. Ci sono anche stati casi in cui queste spese per piantare alberi non sono state correttamente documentate, facendo di esse più operazioni di Greenwashing, che uno sforzo ambientale.

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Foto di Oellermann-Dixon su Unsplash

Aerei elettrici o ibridi

Esistono degli aerei elettrici, ma si tratta di piccoli aerei ad elica mono o biposto, adatti più al volo amatoriale che al trasporto passeggeri. Da questo punto di vista la capacità ed il peso delle batterie rappresentano un limite difficile da superare. Ma nel caso dei piccoli aerei, i modelli elettrici hanno emissioni dirette molto ridotte rispetto ai loro corrispettivi a combustibile fossile. Alcuni velivoli più grandi e con maggiore capacità di trasposto passeggeri sono in fase di collaudo e studio. Si pensa che delle possibili soluzioni ibride di aerei elettrici e a combustione potrebbero entrare in servizio su tratte brevi, comprese tra 200 e 400 km, intorno al 2030.

Tuttavia, soluzioni basate sull’idrogeno potrebbero portare ad una rivoluzionare dei voli a lungo raggio in futuro.

L’idrogeno ha una densità energetica circa tre volte maggiore rispetto al cherosene attualmente utilizzato. Questo significa che a parità quantitativo, l’idrogeno permette di percorrere molti più chilometri. Le attuali stime parlano di un risparmio di circa il 70% di carburante nei voli “ad idrogeno”. Tuttavia, la sua implementazione non è immediata: si devono ridisegnare gli aerei e le infrastrutture aeroportuali (l’idrogeno deve essere mantenuto a temperature estremamente basse). Inoltre se l’idrogeno non è verde, ma grigio, il suo utilizzo non risolve il problema delle emissioni.

Miglioramento dei viaggi aerei

Tra le strategie più efficaci per rendere i viaggi aerei più sostenibili ci sono l’ottimizzazione delle rotte, l’adozione di velocità di volo eco-efficienti e una gestione intelligente del traffico aereo. Queste soluzioni si stanno rivelando molto efficaci per ridurre la durata dei viaggi ed i consumi di carburante, rappresentando soluzioni ottimali sia per la soddisfazione dei passeggeri, sia per le compagnie e per l’ambiente.

Una in particolare è la procedura Free Route: questo sistema consente a tutti i velivoli, a partire dai 6.500 metri di altitudine, di seguire rotte dirette senza doversi più attenere al tradizionale network di aerovie, che spesso portavano a numerose curve e percorrenze più lunghe.

I dati ufficiali di ENAV, la società che gestisce il traffico aereo in Italia, indicano che dal 2016 (anno di avvio del progetto) a fine 2023, la procedura Free Route ha portato ad un risparmio di circa 342.000 tonnellate di carburante, riducendo le emissioni di CO2 di più di 1 milione di tonnellate.

Una decarbonizzazione totale dei viaggi aerei è impossibile, cionondimeno una costante riduzione del loro impatto ambientale è attualmente in atto. Nuove tecnologie e pratiche sono testate ed implementate costantemente per rendere questo settore meno incisivo. Noi consumatori possiamo fare la nostra parte, scegliendo di viaggiare in aereo solo quando è l’unica alternativa possibile, e prediligendo forme di trasporto più pulito come il treno.

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